Emergenza PFAS nelle discariche e nelle acque sotterranee
Le sostanze perfluoroalchiliche, appunto Pfas, sono una famiglia di acidi in forma liquida molto aggressivi che se smaltiti illegalmente o non correttamente nell’ambiente, penetrano facilmente nelle falde acquifere e, attraverso l’acqua, raggiungono i campi e i prodotti agricoli, contaminando gli alimenti, le acque potabili, le acque di falda e i percolati di discarica.
Queste sostanze, vengono usate prevalentemente dall’industria, ad esempio nella filiera di concia delle pelli, nel trattamento dei tappeti, nella produzione di carta e cartone per uso alimentare, per rivestire le padelle antiaderenti e nella produzione di abbigliamento tecnico per le loro caratteristiche oleo e idrorepellenti.
Gli effetti sulla salute sono in fase di analisi, certamente con decorso di lungo periodo e si evidenziano alcune prime correlazioni con patologie, soprattutto legate al sistema endocrino. Studi stanno indagando inoltre la possibile correlazione tra queste sostanze e le patologie fetali e gestazionali.
La loro struttura chimica gli conferisce una particolare stabilità termica, rendendoli resistenti ai principali processi naturali di degradazione. Per questo è necessaria un’attenzione particolare per lo smaltimento.
Alla luce delle prime evidenze, che hanno interessato soprattutto la regione Veneto, il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per i Pfas proprio nelle province venete, emanando ordini operativi per il monitoraggio di Pfas nei percolati delle discariche e nelle acque sotterranee.
Osmosi inversa per il trattamento del percolato contaminato da PFAS
Exxro, grazie alla forte competenza in ambito ambientale e al dipartimento di ricerca applicata attivo nella messa a punto di nuovi prodotti e soluzioni per l’ambiente, ha messo a fattor comune il proprio know how e sta realizzando per una discarica di Vicenza un impianto per il trattamento di percolato di discarica contaminato da PFAS.
Le analisi condotte sul percolato della discarica hanno rilevato la presenza della somma di PFC (sommatoria dei differenti valori PFAS contenuti nel percolato analizzato) pari a µg/l 11 che dopo il trattamento con osmosi inversa è risultata pari a µg/l 0.
L’impianto per il trattamento del percolato, progettato con la tecnologia ad osmosi inversa, prevede tre stadi di trattamento ed ha una capacità complessiva di 50 m3/giorno di percolato di discarica trattato. Dalle analisi ottenute dopo i test effettuati si può evincere che l’abbattimento degli inquinanti risulta oltre il 99%.